Nè secondi, nemmeno terzi. Quarti. L’Arezzo della seconda “era Semplici” ha fallito il primo traguardo che gli era stato chiesto. Ma non era certo fondamentale, anche se importante. Certo, con un risultato positivo l’unica partita “di tensione” delle sue tre (le ultime due un po’ banali), quella di Figline, invece persa, gli amaranto si troverebbero in un’altra situazione di classifica. Ma ormai è inutile piangere sul latte versato ed è giusto costruire in positivo.
Semplici, l’allenatore del presidente, è un generale fortunato e anche quello di giocare - certo ad handicap - contro la formazione meno in forma delle quattro del lotto play off (la Cremonese), è un segnale del quale tenere conto.
Mettiamoci anche che, di conseguenza, è positiva l’altra semifinale col Varese - la squadra che al momento fa più paura - che se la vede col Benevento, la compagine (l’unica) con un campo davvero caldo, temibile e un collettivo importante anche se in questa stagione ha funzionato a corrente alternata. Che l’Arezzo di Galderisi ci abbia vinto facile è infatti un altro paio di maniche anche se qualche cosa vuol pur sempre dire: i play off sono davvero un’altra storia.
Gli incroci insomma, alla fine non sono male e non è fuori dal mondo nemmeno la dichiarazione dell’allenatore di venerdì che ad una prima lettura può apparire un errore. Quel “Vorrei evitare il Benevento” questo significa, il peso di un campo dove le condizioni ambientali sono condizionanti. Così una fra Varese e Benevento si faranno da parte. Più preoccupante è la sottovalutazione (“ci adegueremo agli avversari”) del piglio, dello smalto, della mentalità, dell’atteggiamento, dell’approccio col quale misurarsi nei play off. Di rimessa questo campionato, soprattutto in questa posizione in griglia, non si vince. E, crediamo, l’Arezzo vorrà vincerlo. Una occasione così è davvero troppo ghiotta.
Federico Sciurpa
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