La cacciata di Galderisi non è giusta, è giustissima. Proprio come l’esonero autunnale di Semplici. Il richiamo dell’ex allenatore deciso ieri da Mancini, è però peggiore del male che si intende curare. E’ anche una decisione, quella di ridare il timone a “Leo”, che conferma la condizionante rivoluzione di rapporti all’interno della società, quel solco fra presidente e direttore sportivo ormai da mesi raccontato dal Corriere e che trova palese conferma in questa scelta al risparmio.
Se “scaraventare” Nanu era ormai inevitabile - tanto che soltanto ora riusciamo a capire perché in carriera sua, il salernitano, non si ferma più di una stagione su una piazza – un po’ meno, quasi nulla, lo è il ricorso a Semplici. Un allenatore fortunato, scelto da Mancini in estate su consiglio di Giuliano Sili quando ancora Ceravolo non era diesse e che con l’ex osservatore Juve ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Col tempo, si dirà, le persone peggiorano o migliorano e niente è impossibile nei rapporti, ma il segnale del “pres” è chiaro: si fa col tecnico che avevo scelto io, mentre il tuo, caro Ceravolo, partito bene, ha scontentato un po’ tutti in tenuta e rapporti. Evidente che, indipendentemente da come finirà questo campionato, uno fra Mancini e Ceravolo non sarà più qui.
Però ora il campionato va vinto e Leo dovrà dare risposte che vadano ben oltre il tric e trac di inizio stagione e vittorie senza gioco nè identità di squadra. Intanto dovrà fare tre punti, subito, nella sua Figline (comunque un grande onore esordire lì) domenica. E dare altre risposte decise, senza meline e schieramenti 5-5 (inteso come cinque difensori e cinque centrocampisti): come si porrà con Erpen e Maniero, i due punti di forza di oggi rilanciati da Galderisi dopo le sue mortificazioni? La squadra è con lui? Come si porrà di fronte a scelte tattiche vincenti come quelle di Nanu quando lui non aveva nemmeno trovato la formazione tipo? Come si rapporterà con Ceravolo, quello che dopo una vittoria bollava in sala stampa con un “vorrà dire che gli daremo i fazzolettini” e che è ancora oggi il suo direttore? E con noi Gazzettieri, i nemici di sempre apostrofati con risposte da dilettante in sala stampa perché diciamo quello che pensiamo, sempre, e che non abbiamo difficoltà a scrivere oggi che Mancini ha fatto una scelta sbagliata, solo per risparmiare i soldi con un terzo allenatore (Semplici è sotto contratto)? Riuscirà Semplici, stavolta senza nascondersi ad andare in serie B senza quel patetico (“Siamo da primi posti”) che sapeva tanto di presa per il naso, tanto niente voleva dire? Ora c’è da vincere, massimo risultato, secondo posto e B, non da vivacchiare.
In tempi di crisi succede anche questo, insomma: trovare una cura peggiore del male, come questa. In tempi di crisi, spesso, investire è però meglio che risparmiare. Mancini – capitano d’industria – dovrebbe saperlo. Ma l’azienda calcio ha bisogno anche di fortuna. Affidiamoci a quella. Per il resto speriamo di sbagliarci, con tanti saluti (a casa) a Galderisi, uno che era sulla buona strada, ma che non ha davvero capito un’acca.
Federico Sciurpa
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