Diciotto lettere, tutte di minacce e a sfondo razzista. Lame di coltelli, lamette da barba, trincetti. Destinatario numero uno il sindaco di Montevarchi Giorgio Valentini, ma anche il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani e il prefetto. I contorni del caso, inquietante, lungo un anno, sono venuti alla luce ieri grazie all’interpellanza dei deputati del Pd Donella Mattesini e Rolando Nannicini alla quale ha risposto Michele Davico, Sottosegretario di Stato per l'interno.
Il sottosegretario ha spiegato come sia stata ”disposta da parte del Prefetto l'immediata attivazione di mirati servizi di protezione delle persone interessate fin dal verificarsi del primo episodio di invio di una lettera minatoria, che risale al 26 maggio 2009. L'attenzione è stata mantenuta alta - sotto ogni profilo - anche riguardo ai successivi episodi, l'ultimo dei quali si è verificato il 2 aprile scorso.” Il Sottosegretario ha anche tranquillizzato sulla protezione agli obiettivi degli autori delle lettere. “I dispositivi di protezione da subito adottati - ha detto - sono stati successivamente confermati, intensificati e rimodulati a seguito delle numerose riunioni tecniche di coordinamento delle Forze di polizia che il Prefetto ha voluto dedicare al tema. Inoltre, poiché a partire dal 23 marzo scorso le missive minatorie sono state dirette non solo a persone, ma anche a testate giornalistiche, il Prefetto di Arezzo, dopo aver confermato i dispositivi già in atto, ha dato ulteriore impulso alle attività informative ed investigative già avviate, rafforzando le misure di prevenzione generale a tutela di tutti i possibili obiettivi oggetto delle minacce". Il Sottosegretario Davico ha inoltre ricordato che "all'interno di cinque lettere erano contenute lame di taglierino e, in un caso, frammenti di specchio.” Le indagini sull'intera vicenda sono condotte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo: otto procedimenti penali, riuniti per la trattazione, per i reati di minaccia aggravata, diffamazione e propaganda ed istigazione razziale. Non sono emersi fino ad oggi -a quanto trapela - elementi tali da far ipotizzare la riconducibilità dei deprecabili atti minatori a gruppi organizzati. E’ stata Donella Mattesini ad illustrare l'interpellanza in aula ed a ricordare che "la prima lettera fu inviata presso l'abitazione di Valentini (maggio 2009) e recava una sigla facente riferimento ad un presunto gruppo razzista. Dopo la prima missiva, a partire dai mesi di ottobre-novembre 2009 sono state inviate nuove lettere minatorie sia presso l'abitazione del sindaco che presso l'amministrazione comunale di Montevarchi. A partire dal febbraio 2010 nuove lettere di minaccia sono state inviate presso la redazione di Corriere di Arezzo, ad un ritmo sempre più frequente. Le lettere, ad oggi sono 18, hanno esteso le minacce non solo al sindaco ma anche alla sua famiglia e di volta in volta sono stare corredate da lame di coltelli, lamette da barba, trincetti". Nella replica al Sottosegretario, Rolando Nannicini ha detto che “diciotto lettere, alcuni eventi che sono successi nel nostro territorio, ad Arezzo, e particolarmente in Valdarno, non isolati rispetto alle lettere, come quelli di mettere dei manichini con la testa nera impiccati sotto il loggiato del palazzo del municipio di Montevarchi prima delle feste natalizie, diano il senso di un clima che si vuole creare". Ha quindi chiesto di nuovo al Ministero per l'interno di rafforzare l'attenzione perché dopo un anno non si può continuare a pensare che si tratti solo di un gesto individuale di qualche malato. È un'azione troppo puntuale e continua. Inoltre, c'è troppa conoscenza e ci sono troppi fatti, come l'evento nei confronti del Prefetto nella giornata della memoria"
Federico Sciurpa
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