La firma - e la faccia - ce la mette anche Giuseppe Fanfani. Il sindaco di Arezzo. E non è un autografo qualsiasi: come gli altri mille raccolti in una giornata. Tutti chiedono il referendum per l’acqua pubblica, qui nella provincia italiana che il servizio idrico ha deciso di privatizzarlo. E’ stato davvero un 25 aprile diverso in Piazza San Iacopo. C’erano più di cinquecento persone a battezzare la battaglia sull’acqua pubblica. Le firme raccolte alla fine della giornata, complessivamente, erano 1500 e oggi si costituirà il Comitato del Valdarno e mercoledì quello della Valdichiana, due organismi che daranno nuovo impulso alla raccolta delle firme.
Tre quesiti referendari che intendono sbarrare la strada alle società private nella gestione di acquedotti e affini. Ieri in piazza c’erano padre Alex Zanotelli e Staino. C’era il sindaco di Anghiari Danilo Bianchi, uno che questa guerra ha deciso di portarla fino in fondo. C’era soprattutto, tanta gente.
Parte bene la campagna. Sergio Staino ha nell’occasione presentato la vignetta che accompagnerà tutto il periodo di manifestazioni e raccolta firme.
E ancora largo ad Alberto De Monaco con la crociata di Aprilia contro la privatizzazione del servizio idrico, Corrado Oddi del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, Emanuele Lobina, docente e ricercatore a Greenwich, in Inghilterra, uno dei massimi esperti della gestione a livello europeo degli acquedotti.
A fine serata Stefano Mencucci, anima del Comitato acqua pubblica aretino, era visibilmente soddisfatto: “Complessivamente siamo arrivati a 1500 firme. Code ai banchi, più di mille solo in piazza ad Arezzo e fra queste quella del sindaco della città Giuseppe Fanfani.
Soprattutto tanta gente e molto entusiasmo. E’ questo il segnale di un problema che la gente avverte e che intende affrontare. Assieme a noi, con questo referendum.”
Alla fine di questa settimana, la provincia di Arezzo, avrà comitati referendari in ogni zona e può volare verso quota 6mila, il traguardo che fin dall’inizio gli organizzatori si sono imposti. Tagliarlo si può.
Federico Sciurpa
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