Quello che l'Arezzo non aveva e ora possiede

Terzo da solo, tre punti portati via su un campo che era imbattuto, una risposta chiara, anche caratteriale, dopo due partite non felici (un punto). L’Arezzo col marchio di Galderisi è tornato. Pronto ad un’altra battaglia-bivio, quella di domenica contro la Cremonese che è seconda a quattro punti. Il nuovo Arezzo è ormai una realtà.
I punti li calcoleremo alla fine, ma è ormai chiaro che il Partito dei Semplici deve rassegnarsi ai dati di fatto. L’Arezzo di Semplici, guardato con benevolenza e protetto anche quando era indifendibile soprattutto nella prospettiva, mai era riuscito a trovare la sua identità.
Difesa a quattro, poi a cinque, la certezza di una punta sola (Chianese) anche quando Maniero segnava e salvava le partite (perché Maniero fa gol, e che gol, vero?), la convinzione di giocare con un tre quartista che non c’è, Erpen in panchina col cellulare per chiedere il trasferimento a gennaio. Nanu certo, ci ha messo un po’ meno a capire la quadratura. Quella di Viareggio dopo quattro giornate non era la sua sconfitta e c’è chi nelle avanguardie del Partito si è fatto prendere la mano, finendo per scoprirli tutti. Alla seconda partita il Nanu aveva già individuato la squadra tipo mentre i gufi svolazzavano nel primo tempo della partita col Figline. Regolarmente vinta. L’Arezzo ha costruito insomma, subito una fisionomia: si attacca in quattro (due centrali,più Croce ed Erpen) e in mezzo si gioca anche senza un interditore nel senso classico del termine. Mentalità, personalità, lo stesso piglio sia in casa che fuori. Rivoluzione. Già, fuori. L’Arezzo rischierà più, ma ha pareggiato a Novara, ha vinto ieri a Benevento, ne ha fatti sei a Monza. Altra marcia. Gioca con la difesa alta, fa il fuorigioco sistematico (ha mandato in confusione oltre che gli avversari anche quelli che credevamo attenti osservatori), imparato da zero in poche settimane. Capita poi di vedere Togni centrale difensivo, se serve. Un’idea di squadra, più interpreti. Adesso sì, mai improvvisati.
Federico Sciurpa

Nessun commento:

Posta un commento