Horacìo “El Rayo” Erpen era un giocatore distrutto. Arrivato in estate come stella richiesta da mezza B - preso da Franco Ceravolo (svincolato), un colpo grosso - si è trovato a scaldare la panchina con l’entrata dell’autunno: sempre lì, accomodato accanto a Leo Semplici. Quasi umiliato.L’incubo ora è davvero finito. “El Rayo” è tornato: con Galderisi gioca, fa quello che ha sempre fatto con Max Allegri a Sassuolo, l’attaccante esterno.
Uno continuo nel rendimento: uno che quando segna (è abituato da sempre a concretizzare in trasferta) fa male. Fa tre punti. Il timbro (anche) della vendetta. L’argentino le partite le vince e la Prima divisione, se è per questo, l’ha già portata a casa poco tempo fa. Altro che mangiate di panchina perché non è un trequartista e bisognava far giocare cinque difensori . C’è il fulmine di Horacìo su questo trionfo dell’Arezzo a Lecco che dà credibilità - se mai ce ne fosse bisogno - al lavoro di Galderisi. L’allenatore che ha trasformato una squadra di gente che pistava le orecchie nelle partite esterne, tanto poi leone (fortunato) si rivelava in casa. L’Arezzo, come noi Gazzettieri sosteniamo dalla prim’ora, si sta trasformando in una formazione con fisionomia e certezze, personalità e aggressività: le doti che servono per farcela in un campionato. Un complesso che ha bisogno di gente che torni ad essere vincente come “El Rayo”, l’escluso eccellente d’autunno insieme a Maniero (ricordate?). Vamos Horacìo.
Federico Sciurpa
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