Evitiamo (per ora) di pensare male

Gli alibi, le scuse, non ci piacciono. Ma stavolta come si fa? L’Arezzo ha pareggiato una partita vinta. Colpa di un gol, il secondo della Cremonese, realizzato allo scadere su una palla strappata all’Arezzo con un “fallone”. Tutto lo stadio a chiedersi: ammonizione o no? Niente di niente e via col gol.
Perché la palla la recuperano gli avversari e la rete arriva su un infortunio di Music. Il difensore destro amaranto - e questo è un altro discorso,ma non va sottaciuto - continua ad essere l’anello debole di questo Arezzo che giustamente pensa in grande.


Esprimiamo grande ammirazione per la sua carriera, lo ricordiamo monstre nelle stagioni di Como, rispettiamo il valore di esperienza che dà alla squadra. Però il suo rientro non ha cambiato un rendimento che non all’altezza delle aspettative di una squadra che punta alla B. Ieri i gol della Cremonese, il secondo in toto, si sono concretizzati su quest’asse. Non c’entra davvero un’acca la tiritera dei Sempliciani (sempre più camuffati) che ormai è la seconda volta che l’Arezzo vince due a zero e si fa raggiungere.
Di fronte c’era la seconda forza del campionato (l’altra volta il Lumezzane), una formazione che - aveva davvero ragione Galderisi - l’affronti in modo vincente solo cercando l’intensità di ritmi e giocate. In una parola: loro lontani della porta con l’Arezzo (fra l’altro falcidiato dalle assenze) che cerca il gol costantemente. Di reti ne sono arrivate due e il primo tempo è stato da manuale. Nella ripresa il Cavallino si è ritrovato necessariamente con la lingua di fuori, ha concesso poco e si è fatto battere su due errori. Il secondo, ribadiamo, nel momento nel quale dava l’impressione di controllare una partita che si stava avviando al termine, una azione che era a suo favore sulla tre quarti avversaria, fermata da un fallo grosso così della Cremonese non sanzionato.
Quella svista non ci porta a pensare male. Non vogliamo. Però annotiamo. Questo sì. Perché nella partita che agli amaranto è costata un passo falso verso le possibilità di primo posto, siamo arrivati a conteggiare due coincidenze macroscopiche nel giro di quindici giorni.
A Sorrento fu annullato un gol ad Erpen (ieri delizioso) in maniera misteriosa, qui, ieri, è negata una punizione plateale che poi ha dato il via alla rete della Cremonese, quella del pareggio a partita quasi finita, a sfuriata esaurita.
Nei play off, certo ancora tutti da sudare, accanto alla mentalità (questa, ok), alla compattezza e alla buona sorte, occorre anche un po’ di giustizia.
Detto ciò il pareggio può starci, affievolisce solo i sogni da primo posto, non il resto. Anche se fa rabbia. Tanta. In chiave play off in ogni caso, si ha la riprova che questo Arezzo le grandi le mette sotto, tutte, al massimo pareggia, non ne perde una. Il più delle volte le batte e anche in casa loro, come successo a Benevento. Aspettando il recupero dei difensori, allontaniamo cattivi pensieri. Ne portano solo degli altri. Ma la svista di ieri, grida vendetta.
Federico Sciurpa

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