Ma che fine ha fatto Neo On? Non è bellissimo cominciare con un punto interrogativo, però è necessario. Il coordinamento delle associazioni aretine - quelle che fanno cultura in città con un riscontro di “semiclandestinità” - è in effetti caduto in una zona d’ombra. Mai un’uscita nell’ultimo periodo, un comunicato per far conoscere ciò che Neo On fa o ha concluso. I “ragazzi” avevano idee chiare, esposte agli amministratori negli incontri di settembre e nel lavoro di quest’estate.
Il sogno di pensare ad Arezzo come un distretto culturale, dei giovani e della formazione. Un progetto da concretizzare “con un’inedita alleanza (ma esempi virtuosi già ci sono, dicevano) tra amministrazione, cultura, giovani ed economia.
Neo-On si propone come luogo di elaborazione e contributo a questo sviluppo.”
Le conclusioni, dopo sette mesi, sono sconosciute. Le aspettative erano legittime e piuttosto altine, vero; però pensare che nulla si sia stretto è davvero misero, ingiusto e, vogliamo sperare, impossibile. Una delusione, nel caso, per i tanti che con quei ragazzi sostenevano che Arezzo ha potenzialità culturali enormi, frustrate da un Festival estivo che non è all’altezza e da una miriade di serate e festival di valore che si annullano a vicenda; grandi iniziative senza palcoscenico. C’è l’esigenza di una Arezzo che rilanci un progetto culturale con la C maiuscola e ci auguriamo che da qualche parte si cominci. Neo On, il coordinamento, un coordinamento riconosciuto anche se non è una associazione e non ha valore giuridico, riveste un ruolo determinante per arrivare ad una soluzione nella quale le forze aretine diventino protagoniste.
Temiamo però che il tempo, pur speso alla stesura di idee condivise, al confronto con l’amministrazione comunale e al concepimento di una idea concreta da proporre, giochi a favore della politica. Insomma, con le elezioni che si avvicinano, perché (è la tentazione del centrosinistra, come può esserlo del centrodestra) non portare uno di Neo On alle Politiche Sociali? Come assessore intendiamo. A buon intenditor...
Federico Sciurpa
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