Flop di capodanno, una festa di riparazione



Un’altra possibilità, come si dice, si dà a tutti. Figuriamoci alla festa dell’ultimo dell’anno. La festa che solo ad Arezzo non c’è stata e che andrebbe magari replicata (senza aspettare il prossimo Capodanno) con un bel concerto, possibilmente in una piazza sola. Era tutto pronto (o quasi) per musica, luci e brindisi in sei piazze della città. Poi qui, come in quasi tutto il resto d’Italia, è piovuto. Ma solo qui però, il Capodanno non si è festeggiato. Una tristezza.
 Ombrelli e gioia a Roma dove erano in centomila al Colosseo con i Zero Assoluto e Antonello Venditti, pioggia a Siena in piazza del Campo per un concerto che è stato memorabile, pioggia a Firenze per una notte di allegria, pioggia a Bologna dove in piazza Maggiore erano in 20mila ed è stato uno sballo, perfino acqua alta al “ginocchio” in Piazza San Marco: erano in 30mila, per musica e bacio collettivo. Insomma, tutti “a mollo” ma felici, nessuno si è ritirato. Ad Arezzo invece, dietrofront.

E non crediamo ci fosse sopra questa città la “nuvola di Fantozzi”. C’è invece, qualcosa che non va e che non ha funzionato in questa organizzazione. Qualcosa che sfugge. Il Comune di Arezzo d’altra parte non è uno sprovveduto in fatto di politiche giovanili e di concerti. Ha deciso di perdere perfino Arezzo Wave per costruire qualche cosa di alternativo (no comment) e non saranno due gocce a fermare la festicciola dell’ultimo dell’anno. Il suo assessore, De Robertis, è poi esperto: fresco di investitura attraverso le primarie del Pd per il consiglio regionale e anche con possibilità di assessorato: un appuntamento così importante per la città non può averlo spadellato. Qualcosa non torna, non possiamo essere di fronte all’ingenuità, alla superficialità. L’ipotesi di pioggia era stata d’altra parte prevista largamente alla vigilia ed erano stati adottati accorgimenti per fare lo stesso lo spettacolo, perfino annunciati. Invece ad Arezzo, il 31 dicembre, sembrava ci fosse il coprifuoco invece che la festa più gioiosa dell’anno. Chissà, magari si saranno disperse troppe energie, perché allestire sei palchi in sei piazze diverse non è uno scherzo e con la pioggia i problemi di sicurezza potenziale si moltiplicavano. Risultato comunque, davvero da dimenticare. Nel caso ripartiamo da una piazza sola, in fondo l’ha fatto Roma con Venditti, Napoli con Arbore, Bologna con Dalla ecc. ecc. Oddio, non sarà originale ma funziona, “risolve” anche se piove. Come ad Arezzo quella notte. Un bel “concerto riparatore” non ci starebbe male adesso: verranno in tanti. Veniamo anche noi, pure se fuori piove.
Federico Sciurpa

2 commenti:

  1. Spett.le Federico Sciurpa,
    Mi trovo a condividere in pieno la Sua opinione su quanto scritto in occasione del megaconcerto aretino dissoltosi dalle piazze della città proprio a Capodanno.
    Un articolo arguto e piacevolissimi, ancora vivi complimenti.

    Giovanni Rossi.

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