Primarie, il vizietto da mantenere


E’ il giorno delle Primarie del Partito Democratico. Ma non intendiamo entrarci dentro. Ci partiamo soltanto. Per dire che il modo col quale i candidati, sette, si sono battuti in queste settimane, è stato davvero incisivo. Popolare, se vogliamo innovativo, vicino alla gente. I politici non potevano bluffare.
Loro, una volta tanto davvero, dovevano avvicinarsi anche in maniera un po’ naif, al proprio elettorato; da spartire. Le ultime, solo per citare un esempio: c’è Ceccarelli che inventa il Barcamp e Brogi che porta il sindaco di Firenze come supporter. Ma non è mero spettacolo.
E’ una campagna corsa oltre che fra i locali, sui siti web a catturare voti; nei convegni, nei confronti pubblici, nei punti elettorali personali. Ci mettono la faccia per andare in consiglio regionale e il contatto con le persone è stato perfino esasperato. Ma almeno si conoscono i programmi, si capiscono le diversità, si individuano le priorità da portare avanti una volta riusciti ad infilare il nome nella lista bloccata che manda a Firenze. In caso di successo elettorale del Partito Democratico ci andranno in due, in tre se un aretino verrà chiamato a fare l’assessore regionale. Partiamo da qui per dire che tutto questo sano movimentismo elettorale, i muscoli spesi per la rispettosa e democratica “partitella” delle Primarie, forse anche per la paura di non farcela, non sappiamo quanto dureranno. Se cioè diverranno un sano vizio. Da domani. Se cioè una volta in lista, vinca il migliore, si preferirà tornare più coperti, meno propositivi, comunicativi. Un voto al partito e buonanotte. Peggio ancora, una volta guadagnato uno scranno, perdere la buona maniera di invitare la gente nei locali per ascoltare, rendere conto, confrontarsi. Sparire addirittura dai giornali locali, insieme ai mille problemi irrisolti della nostra provincia e solo timidamente affrontati. La lista sarebbe lunga. E’ successo. Si perda quello di vizio. E’ la domenica buona.

Federico Sciurpa

Nessun commento:

Posta un commento