Questa mattina siamo tornati sull'intotolazione del liceo scientifico Redi di Arezzo al giocatore dell'Inter Balotelli. Propongo la riflessione del collega Romano Salvi
Faremmo torto ai lettori di quella parte della stampa che il preside Santori ha definito “in mala fede” solo perché, insieme a tanti ragazzi del suo liceo, non la pensa come lui, se tornassimo ancora sulla cronaca, riferita ieri in ogni dettaglio dal Corriere, dello show Balotelli.
Uno show che il preside ha messo in scena sabato mattina davanti alle telecamere. Ma faremmo torto agli stessi lettori se ci soffermassimo sulla definizione di “faziosi” che della stampa “in malafede”, sempre per lo stesso motivo, ha dato l’altra parte dell’informazione “giusta”.
Giusti, faziosi, in mala fede, sentenze che suonano male se a pronunciarle è il capo di un Liceo. Eppure la stampa “in malafede”, per evitargli la gaffe di usare Balotelli come testimonial dell’antirazzismo, gli aveva offerto un assist (un aiuto, ndr per chi non guarda le partite). Niente da fare: ha dato retta agli amici, uno dei quali “al momento all’estero” e ha messo in scena il suo show. E’ vero che lui non guarda mai una partita, sarà anche vero che gli amici, per carità di patria, non gli avranno riferito come è andata la replica dello show Balotelli sabato sera all’Olimpico di Torino. Ma tutto il mondo, dopo aver visto la sua esibizione di sabato mattina, ha visto anche quella di Super Mario sabato sera. Non era una “prima” e non ha sorpreso nessuno, tanto meno i tifosi che lo offendono non perché è nero ma perché è un provocatore, quando ha finto di essere stato colpito al volto e si è rotolato per terra coprendosi la faccia. Non dalla vergogna ma per far espellere l’avversario. E se questa volta non è riuscito a farsi offendere come altre volte, è riuscito però in un’altra impresa mai riuscita a nessuno: a mandare in bestia Buffon. Gli amici, ad Arezzo o all’estero, del preside che non guarda le partite in Tv, se fossero davvero amici dovrebbero dirglielo. A dirglielo, ci pensa, comunque, ancora una volta la stampa in “mala fede”. Così è ancora in tempo a disdire l’invito a Balotelli al Liceo, anche per rispetto di quei ragazzi che sulla maglietta avevano scritto “Io non vado al Liceo Balotelli”. Ma se darà retta agli amici, si assicuri almeno che Super Mario venga ad Arezzo in treno. Non correrà il rischio di doverlo andare a prendere a metà strada, dove ha sfasciato l’ennesima Ferrari.
Per la cronaca, il preside Santori, tra i suoi tanti impegni, ha avuto anche quello di scrivere per quella parte dell’informazione “giusta”. Si faccia una ragione del fatto che da 24 anni, ad Arezzo l’informazione è pluralistica. E non sempre la pensa come lui.
Romano Salvi
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ottimo
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