Liceo Balotelli, fischi a chi non è d'accordo
Dice il preside del liceo, poi il mio articolo risposta
Ritengo doveroso fornire alcuni spunti per il mio intervento all’assemblea straordinaria di oggi, con particolare riferimento agli studenti che non vi parteciperanno. E’ apparso evidente, considerato il taglio degli articoli apparsi in una parte della stampa locale, che c’è stato un equivoco di fondo in merito allo scopo dell’iniziativa dell’ormai celeberrima (ho ricevuto una telefonata, fra l’altro di plauso, perfino da un amico italiano che risiede al momento all’estero!) intitolazione per un giorno a Balotelli. Il tentativo di far passare la cosa come un invito ad assumere il giovane bomber come modello è semplicemente assurdo: come modello personalmente ho sempre indicato (con buona pace di Nietzsche) Socrate! Ho passato la vita a combattere tre nemici: l’ignoranza, il fanatismo e la superstizione e ho scelto di dedicarmi all'insegnamento proprio perché dal primo di questi tre mostri ricevono ossigeno gli altri due.
La provocazione “Ballotelli” aveva lo scopo di veicolare una ferma e chiara posizione di rifiuto di quell’immondizia che è il razzismo. Ho letto sulla stampa locale di un genitore che ha dichiarato che non avrebbe mandato il figlio a scuola “chiedendo l’anonimato”: bella educazione che di dà a un figlio! Quando si dichiara qualcosa se ne assume la responsabilità e si difende, come dice Dante, a “viso aperto”! Personalmente, e ho la presunzione di non temere smentita, ho sempre agito a viso aperto, ho sempre rispettato gli studenti e per questo esigo rispetto; ho sempre tenuto la mia porta aperta a tutti e per questo mi aspetto di trovare porte aperte e non chiude per esempio dalla malafede. Parte della stampa locale infatti, a mio avviso in mala fede, ha addirittura invocato uno sciopero: sono lieto di aver verificato che la scuola ha reagito benissimo quando la giusta informazione si è fatta strada: le assenze di stamani hanno fatto registrare globalmente un numero addirittura inferiore a quello della media degli altri sabati. La presenza dell’assemblea è l’unico modo per testimoniare le proprie idee e la propria presenza: ringrazio fin da ora tutti coloro che vorranno parteciparvi per trarre una conclusione in modo da archiviare questa bagna mediatica con un residuo messaggio costruttivo
Claudio Santori
Dirigente Scolastico Redi
(Comunicazione ad alunni
e docenti durante l’assemblea)
Il mio articolo di fondo oggi sul Corriere
Quasi trenta testate, perfino francesi, anche l’amico italiano che risiede al momento all’estero - come dice compiaciuto il preside - hanno parlato del liceo scientifico Redi intitolato ieri al giocatore Balotelli. In fondo doveva essere, nelle intenzioni, una provocazione contro il razzismo. Non sappiamo se l’obiettivo è stato centrato, se cioè l’aspettativa di rassegna stampa, l’operazione marketing corretta perfino alla vigilia col nome di uno juventino, è stata centrata; altri risultati certo sì. Così cento ragazzi non sono andati a scuola ieri mattina e non per allungare il “ponte”. C’è chi ha manifestato fuori con striscioni (“cambia il nome, restano i problemi”) e magliette (“Io non studio al Balotelli”). C’erano comunisti e fascisti (ammesso che esistano ancora, ma diamola per buona a chi piace ancora così), figli di disoccupati e famiglie bene. C’era soprattutto gente che sa pensare con la propria testa.
Ragazzi che hanno il diritto di non essere d’accordo, che sanno criticare e motivare uno sciopero, come hanno fatto in questi giorni sul Corriere di Arezzo.
Ragazzi che ripetono che questa “è una delle decisioni più insensate e inutili della storia di Arezzo” e che viene scelto un pessimo modello di cultura giovanile. Tutti ragazzi contrari al razzismo, ovvio.
Il preside ieri mattina, preso fra l’esibizione della nuova targa e una intervista tv, non sappiamo se se ne sia accorto. Forse no. Dichiarava alla vigilia che alla fine ne mancheranno una quarantina di ragazzi, quelli che di solo non vengono di sabato. A parte che non sarebbe male fare un giretto fra i banchi per capire perché, comunque ieri erano assenti in cento.
Ma tutto questo è imputato, come spiega in assemblea (l’intervento lo riportiamo qui a fianco) “a parte della stampa locale che, a mio avviso in malafede, ha addirittura invocato uno sciopero”. Quella stampa, traduciamo noi per il preside che cita Dante per dirsi come affronta le cose a “viso aperto” (?), è Il Corriere di Arezzo, il nostro giornale. E’ quello che ha dato voce (anche) a chi era in dissenso con l’iniziativa e faceva sciopero.
Fra gli anti liceo Balotelli c’è anche Massimo Martinelli, un professore stimato della sua scuola che ha scritto una argomentata lettera (con tanto di firma) pubblicata dal Corriere. Nel giorno dell’iniziativa che deve risvegliare il no al razzismo, c’è il richiamo del preside invece alla “giusta informazione” (?).
Fischi insomma, questo il paradosso, a chi non è allineato.
Ma avremo forse, motivo di riscattarci.
Di queste inaugurazioni il prof. Santori potrebbe farne adesso una al mese. Forse il circo allora sarà al completo.
Oppure troveremo uno che rischia la vita ogni giorno per il colore della sua pelle, un Saviano che si rovina l’esistenza per combattere la mafia, le donne vittime della violenza, i gay ammazzati di botte?
Ci lasci a noi preside, una volta tanto, citare Nietzsche con buona pace di tutti: “Il modo più perfido di nuocere ad una causa è difenderla intenzionalmente con cattive ragioni”.
Come ha fatto questa volta.
Federico Sciurpa
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