I libri di storia spesso sorvolano. La memoria rimuove. Ma è giusto ricordare, anche su questo piccolo blog che, per deformazione e/o convinzione di chi lo aggiorna, parla solo ed esclusivamente di fatti locali. Lo "strappo" alla regola è nel giorno, il 29 novembre, di un massacro nel nome del razzismo. E di una bandiera, quella americana. Una storia che noi conosciamo soprattutto per merito di una canzone, bellissima, del sublime De Andrè: parlo del massacro di Sand Creek, il massacro di Chivington. La strage che si verificò negli Stati Uniti d'America durante le guerre indiane: era appunto, il 29 novembre 1864. Le truppe della milizia del Colorado, comandate dal colonnello John Chivington, attaccarono un villaggio di Cheyenne e Arapaho, massacrando donne e bambini. Una storia che dovremmo tutti rileggere, fatta di vigliaccheria e di barbarie gratuita. La ripropongo di seguito.
L'attacco fu in primis riportato dalla stampa come una vittoria nei confronti di un coraggioso avversario. Nelle settimane successive una polemica cominciò a diffondersi riguardo la possibilità che si fosse trattato di un massacro. Diverse inchieste furono condotte: due dai militari ed una dal Comitato di Condotta della Guerra, che sentenziò: "Per quanto riguarda il Colonnello Chivington, questo comitato può difficilmente trovare dei termini adeguati che descrivano la sua condotta. Indossando l'uniforme degli Stati Uniti, che dovrebbe rappresentare un emblema di giustizia e di umanità; occupando l'importante posizione di comandante di un distretto militare, che gli ha concesso l'onore di governare tutto ciò che rientra nei suoi poteri, ha deliberatamente organizzato ed eseguito un folle e vile massacro in cui numerose sono state le vittime della sua crudeltà. Egli conoscendo chiaramente la cordialità del loro carattere, avendo egli stesso in un certo senso tentato di porre le vittime in una condizione di fittizia sicurezza, ha sfruttato l'assenza di alcun tipo di difesa e la loro convinzione di sentirsi sicuri per potere gratificare la peggiore passione che abbia mai attraversato il cuore di un uomo"
"Qualunque peso tutto questo abbia avuto sul Colonnello Chivington, la verità è che ha sorpreso e assassinato, a sangue freddo, inaspettatamente uomini, donne e bambini, i quali avevano tutte le ragioni per credere di essere sotto la protezione delle autorità statunitensi, e poi ritornando a Denver si è vantato dell'azione coraggiosa che lui e gli uomini sotto il suo comando hanno eseguito".
"In conclusione questo comitato è dell'opinione che al fine di vendicare la causa di giustizia e mantenere l'onore della nazione, pronte e rigorose misure debbano essere adottate per rimuovere coloro che hanno così vilipeso il governo presso il quale sono impiegati, e di punire, adeguatamente al crimine commesso, coloro che sono colpevoli di questi atti brutali e codardi".
I dati furono raccolti dal Maggiore Edward Wynkoo e dal suo aiutante, che ripresero i numeri forniti dai sopravvissuti. Questi dati allegati con le conclusioni dell'indagine furono portati a conoscenza dei diversi comitati.
Numerosi testimoni si fecero avanti durante le inchieste, presentando testimonianze schiaccianti che furono confermate poi da altri testimoni. Almeno uno di questi testimoni fu ucciso a Denver poche settimane dopo la sua testimonianza.
Nonostante le raccomandazioni espresse dal comitato, i responsabili del massacro non furono mai perseguiti.
I retroscena Verso la fine degli anni 50 del XIX secolo, la febbre dell'oro, che aveva preso inizio nelle Montagne Rocciose, a quell'epoca parte del Kansas, aveva attirato una fiumana di colonizzatori in quelle montagne e nei dintorni. Quest'improvvisa ondata migratoria fece nascere degli screzi tra i colonizzatori ed i Cheyenne e gli Arapaho che abitavano quell'area: il tutto sfocerà nella guerra del Colorado del 1864.
Il conflitto tra i Nativi, i minatori e le tribù Cheyenne e Arapaho resero estremamente pericolosi i viaggi delle locomotive attraverso i piani orientali del Colorado. Il Governatore del territorio John Evans inviò il colonnello John Chivington per porre un freno agli indiani guidando una piccolo esercito fatto di gente del posto. Dopo alcune scaramucce e aver efficacemente sottomesso gli indiani, molti dei Cheyennes e degli Arapaho furono pronti per la pace e si accamparono vicino al Forte Lyon sui piani orientali. Alcuni capi delle tribù avevano firmato recentemente il trattato di Fort Wise del 1861 con gli Stati Uniti, con il quale essi cedevano le loro proprietà agli Stati Uniti e concordarono di spostarsi presso la riserva indiana a sud di Sand Creek in Oklahoma, delimitata da una linea che correva da nord in punto sul confine del New Mexico, quindici miglia a ovest del Fiume Purgatory, estendendosi fino alla Sandy Fork del fiume Arkansas.
Pentola Nera, uno dei capi Cheyenne del sud, e alcuni Arapaho, circa 800 in tutto, si presentarono a Fort Lyon in un disperato sforzo per dichiarare la pace. Dopo aver fatto ciò si stabilirono a Sand Creek, circa 40 miglia a Nord. Rassicurato dalle promesse di pace dei Governatori, il capo mandò molti dei suoi guerrieri a caccia.
L'attacco Il colonnello John Chivington e i suoi 800 uomini della Prima Cavalleria Colorado, della Terza Cavalleria Colorado e una compagnia di Primi Volontari del New Mexico marciarono verso i campi per massacrare gli Indiani. La mattina del 22 novembre 1864, l'armata attaccò i villaggi e macellò i loro abitanti. Chivington urlò prima dell'attacco: "Uccideteli e fate lo scalpo a tutti. Questi imbecilli hanno i pidocchi". Solo 9 o 10 soldati furono uccisi e tre dozzine feriti. Tra 150 e 184 Cheyenne furono dichiarati morti, alcuni furono mutilati, e la maggior parte di questi erano donne, bambini e anziani. Chivington e i suoi uomini più tardi mostrarono gli scalpi e altre parti del corpo, soprattutto feti di donne incinte e genitali nell'Apollo Theater di Denver.
Dopo questi eventi, molti Indiani raggiunsero i Dog Soldiers, la grande confraternita di guerrieri cheyenne, e massacrarono i residenti attraverso tutta la Platte Valley, uccidendo più di 200 civili. Quest'area è oggi protetta dal National Park Service nel Sand Creek Massacre National Historic Site.
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