Pausa pranzo, un "vecchio" prezzo


Abolire la pausa pranzo dei lavoratori per "redistribuirla meglio" nell’arco della giornata. È il ministro Gianfranco Rotondi, responsabile dell’Attuazione del programma del governo, che lo ha prospettato in questi giorni, pubblicamente. Motivo per cui la prima mensa che chiede di chiudere non è quella di un ufficio pubblico ma quella dei parlamentari: la buvette di Montecitorio. "Le ore più produttive - dice il ministro ospite di un noto programma televisivo - sono proprio quelle in cui ci si accinge a pranzare. Chiunque svolga un’attività in modo autonomo, abolirebbe la pausa pranzo. Casomai sarebbe meglio distribuirla in modo diverso, come avviene negli altri Paesi."
L'amico Giorgio Sacchetti studioso aretino, mi ha invito questa nota che volentieri pubblico sul mio blog personale. - Non è una comparazione, solo un contributo alla storia e alle argomentazioni di una vicenda che fa discutere.

Estratto da “ApArte”, Materiali irregolari di cultura libertaria, Mestre, n.9/2003.
http://www.sitart.org/aparte/aparte9.htm

DIET&ETICA FASCISTA
DELLE CONSEGUENZE DIETETICO ALIMENTARI PER I PUBBLICI IMPIEGATI, D’ORDINE E DI CONCETTO, A SEGUITO DELL’INTRODUZIONE DELL’ORARIO CONTINUATO PREVISTO DAL DECRETO PRESIDENZIALE 30 NOVEMBRE 1935

( a cura di GIORGIO SACCHETTI)

A decorrere dal 2 dicembre 1935 l’orario dei pubblici uffici viene fissato dalle 9 alle 16, con un intervallo di un’ora dalle 12.30 alle 13.30 da dedicare ad un innovativo “pasto leggero” da consumarsi direttamente sul posto di lavoro. È un vero colpo al cuore all’Italia dei contadini urbanizzati, quella delle mamme e della pastasciutta, ed ai suoi rituali “piccolo borghesi” vanamente combattuti da Marinetti e Fillia. La misura modifica più di quanto si pensi la “quotidianità burocratica” e si inquadra nell’esigenza del regime di modellare (fantozzianamente parlando) il travet.
“La brava domestica” -n.2 del febbraio 1936, anno XIV dell’era fascista- bollettino di consigli utili e insegnamenti pratici per la massaia, in questo caso per la moglie dell’impiegato, pubblica un importante articolo con suggerimenti dietetici per spuntini in ufficio a base di tonno all’olio e uova sbattute con il vino… La prima conseguenza che si può immaginare è, quantomeno, un appesantimento inusitato della dotazione portatile del ministeriale…
“ORARIO CONTINUATO: ALIMENTAZIONE ADATTA
Perché l’orario continuato negli uffici trovi la più completa applicazione senza difficoltà, sia d’ordine economico sia d’ordine funzionale, occorre che tutta la vita nazionale si adegui sul nuovo ritmo della giornata lavorativa, la quale, abbreviando i tempi dedicati alla soddisfazione del bisogno alimentare, dona largamente una maggiore quantità di ore libere per una più larga soddisfazione dei bisogni culturali e per le cure dovute alla famiglia […] Adeguare il ritmo della vita di tutti all’orario unico, significa che anche la famiglia deve modificare le proprie abitudini mettendosi all’unisono con chi a tale orario si attiene per ragioni di servizio. Perciò non è punto opportuno che mentre uno o più membri della famiglia fanno uno spuntino, gli altri si trattengano a tavola colle solite più o meno numerose portate […] L’anticipazione che si vuol imprimere alla vita nazionale deve essere da tutti accolta con spirito di letizia e con la precisa convinzione che è anche un grande bene per tutti […] La resistenza alle sanzioni deve trovare tutto il popolo unito in questo sforzo di economia e di minor consumo, che per fortuna nostra coincide colle più sicure regole per mantenersi sani e per un ritorno a quella sobrietà di cui molto si discorre, ma che poco si pratica.
La prima regola perché l’orario unico sia accolto e manifesti tutta la sua efficacia nell’economia nazionale, rispondendo alla esigenza dei singoli, è proprio la parsimonia. L’ingordo che, in relazione alla brevità del tempo, ingolla e divora affrettatamente, prepara la ptosi gastrica e tutta la gamma delle malattie conseguenti a cattiva digestione.Colui che non saprà far a meno del grosso piatto di pasta asciutta, o della bistecca o delle due uova, si accorgerà della difficoltà digestiva, che sarà tanto più grave, quanto più lo attende una ripresa di lavoro intellettuale […]
Per coloro che si trovassero impacciati nella attuazione pratica della colazione breve da consumarsi in ufficio o nei refettori annessi ai dopolavori, crediamo utile dare alcune regole ed esempi pratici.
1) Sobrietà, evitando cibi grassi, carnei, intingoli e soprattutto le incompatibilità alimentari.
2) Colazione del mezzodì frugale, meglio liquida, con frutta fresca di stagione. Da essa si ha l’apporto di acqua e di vitamine.
3) Anticipare il pranzo serale tra le 18 e le 18,30 completando la giornata alimentare coi principi plastici ed energetici che eventualmente fossero mancati nella precedente colazione.
ESEMPI DI COLAZIONI BREVI
1) Una cioccolata, un panino con burro, due mele o frutta di stagione.
2) Una tazza di caffelatte, tre mele, ovvero frutta secca.
3) Un rosso d’uovo frullato con vino dolce ovvero con caffè, un panino, frutta di stagione.
4)Tre mele, una pera, sei noci, pane integrale (colazione fruttariana).
5) Castagne, un caffè con panna (escluso il pane).
6) Banane, un caffè con panna (escluso il pane).
7) Tonno all’olio con pane, frutta di stagione.
8) Un uovo al burro con frutta fresca.
9) Noci con pane, frutta secca, una tazza di caffè con latte.
10) Formaggio fresco con pere, alcune noci.
11) Panino ben imbottito con arrosto di vitello, frutta fresca.
12) Panini imbottiti con acciughe e olive nere e frutta.
Il prezzo medio di tali colazioni si aggira fra £.1,50 e £.2,50. Qualunque madre di famiglia saprà aggiungere varietà ed ottenere che non manchino nella colazione quei principi alimentari che pur donando all’organismo acqua, vitamine, zuccheri, non affaticano la persona che deve, immediatamente dopo, applicarsi intensamente al lavoro che la Patria richiede.”

Nessun commento:

Posta un commento