Cambio di mentalità, la lunga strada


La strada per trasformare l’Arezzo che affronta le partite in motoretta invece che a trazione integrale, è davvero lunga. Anzi, una lunga marcia. C’è da farsene una ragione. Basta una partita, la prima, nella quale Galderisi vuol trasformare in offensivo il rattrappito Arezzo di Semplici. Finisce per rivelare una squadra che fa la leziosa su tre occasione da gol (mangiate), ne concede una agli avversari che poi la capitalizzano e, da lì, si affloscia. La reazione allo svantaggio è quella da tutti contro tutti, un Arezzo che non ritrova ordine e mordente sulle linee di un non acquisito 4-3-3.
Non vogliamo arrivare a dire che è meglio così (diciamo anzi, in prospettiva, peggio di così...), però a guardare l’altra faccia della medaglia, escono fuori le magagne, tutte, di questo Arezzo che se intende trasformarsi in vincente deve cambiare alla svelta soprattutto una cosa: la mentalità. Il Nanu, uno che quando giocava faceva gol da tutte le parti e in tutti i modi, non tollera che una squadra da vertice fuori casa sia la brutta copia di quella del Comunale (Foligno e in parte Perugia escluse, poca roba) e lo spartito di un 4-3-3 finalmente impostato sull’affogato (fino a ieri) Erpen, deve essere ora essere metabolizzato, capito, interpretato senza concezioni sparagnine. I grandi gestiscono, sono forti e pratici, non speculano. Un duro lavoro per Galderisi. Comunque lavoro. Parte in salita e poteva essere messo nel conto. Ma domenica, sia già un’altra storia.
Federico Sciurpa

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