Venitucci: piazza, Juve e fantasia

AREZZO - Sull’insegna della pizzeria al taglio, gestita dai genitori, si legge: “Il forno” e un po’ più sotto c’è scritto: “Da Venitucci”.
A Torino, in centro, i genitori di Dario gestiscono una pizzeria al taglio. “Ormai da anni - spiega il centrocampista che ha già infiammato i cuori dei tifosi - L’insegna potrebbe trarre in inganno. Nel senso che c’è scritto ‘Il Forno’, perchè prima c’era una panetteria. Adesso il pane non lo facciamo più. Solo pizza al taglio”. Ecco perchè la pizza è il piatto preferito di Venitucci. Ma lui confessa che non è capace a fare le pizze e che gli piace solo mangiarle e che, tanto meno, non avrebbe voluto farlo di mestiere. “Io volevo diventare un calciatore” e così è stato. Dario, ad appena sei anni, comincia a tirare calci ad un pallone. Un po’ per imitare suo fratello e un po’ perchè i maschi ci nascono con il dna del calcio. “Giocavo in una squadra che si chiamava Paradiso Collegno”. Poi a otto anni, il paradiso lo ha visto davvero. “Mi ha preso la Juve. Prima nei Pulcini e poi via via ho fatto tutta la trafila fino ad arrivare alla Berretti e poi alla squadra Primavera”. Praticamente Dario ha imparato prima a dare calci ad un pallone che a camminare. E a otto anni ha toccato con mano una realtà che tanti ragazzini sognano: “Anche perchè era un sogno che si realizzava quello di giocare con la Juve”. Ma all’inizio Venitucci non ci giocava nella posizione di centrocampista centrale come oggi. “Fino a 16 anni facevo il trequartista. Poi l’allenatore Chincaglia mi arretrò come esterno sinistro e Chiarenza alla fine mi inserì dentro il centrocampo”. Una lunga trafila nelle giovanili insieme a compagni di squadra importanti come Maniero, De Ceglie, Giovinco: “Che continuo a sentire” e poi l’esordio con la prima squadra. “Cinque presenze quando la Juve era in serie B. Mi ricordo ancora il giorno dell’esordio in quel di Lecce”. Se gli chiediamo se da avversario incontrò l’Arezzo in quella stagione, Venitucci risponde: “No, nè all’andata e nè al ritorno”. Dai ricordi, al presente che si chiama Arezzo. “Sono davvero contento di essere arrivato fino all’Arezzo. Ho passato una stagione, quella scorsa, non certo al meglio. Prima al Mantova e poi all’Avellino. Acqua passata. Ora sono qui e mi voglio prendere un sacco di soddisfazioni insieme a tutti i miei compagni”. Per Venitucci, si tratta della prima esperienza in C1: “Sono curioso di mettermi alla prova in questo campionato. So che intorno a noi, cioè all’Arezzo c’è grande entusiasmo e speriamo di riuscire a ripagare i nostri tifosi”. Intanto il tecnico Semplici sa come fare affiatamento tra il gruppo. In tutto il periodo del ritiro, per ogni settimana ha fatto cambiare le camere. Questi sgoccioli di ritiro - domenica si torna a casa - Venitucci li passa con Erpen del quale dice: “E’ davvero simpatico. E anche bravo”. E in attesa di vivere l’impatto con il Comunale, il centrocampista della Juve pensa a cosa, o meglio a chi vorrebbe assomigliare da grande: “Mi piace tantissimo Pirlo. Però so che è un sogno difficile da realizzare”.
Chissà. Intanto si goda l’Arezzo. E al primo gol in amaranto, pizza gratis per tutti. Ovviamente firmata “Da Venitucci”.
Francesca Muzzi

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