Non sono stati convocati i due giocatori dell'Arezzo che hanno accusato la società amaranto di mobbing rivolgendosi al Collegio Arbitrale. Il difensore Terra e il centrocampista Miglietta, fin qui rispettivamente titolare e riserva con qualche scampolo di partita, non figurano nella lista dei convocati diramata questa mattina dall'allenatore Semplici per la partita di campionato di domani, in casa, contro la Pro Patria. La vicenda, che continuerà quindi a far molto discutere, è stata ampiamente trattata questa mattina dal Corriere di Arezzo. Ecco il pezzo di Francesca Muzzi.
Terra e Miglietta trascinano l’Arezzo in una storia di mobbing, Croce invece scrive alla società chiedendo di essere reintegrato. Non c’è pace per il Cavallino e gli strascichi di un’estate tra tuffi nella Chiana, trasferimenti rifiutati e tira e molla con la “vecchia guardia”, arrivano fino a novembre. Quasi sotto l’albero, alla vigilia della partita con la Pro Patria e a cinque giornate dalla fine del girone di andata, ecco all’Arezzo la notifica dei ricorsi all’ufficio legale dell’Associazione Italiana Calciatori da parte di Terra e Miglietta.
I due giocatori, Terra e Miglietta che sono in scadenza di contratto e che guadagnano rispettivamente 250mila euro e 150mila euro a stagione, la scorsa estate decidono di passare alle vie legali. Insieme a Croce e a qualche altro giocatore della “vecchia guardia” che poi accetta il trasferimento altrove, dicono di non sentirsi parte integrante della squadra. “Sono giocatori dell’Arezzo a tutti gli effetti”, replica sempre la società. Dopo il ritiro a Pieve Santo Stefano (al quale partecipano), alla fine di agosto, cioè alla chiusura del mercato, decidono di rifiutare i trasferimenti e di restare in squadra, nonostante il rischio di non rientrare nelle scelte tecniche. E’ stato a quel punto che Miglietta e Terra decidono di intentare la causa di mobbing, “perché impossibilitati a svolgere al meglio il proprio lavoro”.
Passano i mesi e inizia il campionato. Terra, Miglietta e Croce si allenano come tutti. Dopo appena tre giornate, Croce fa il suo debutto nella partita di Varese. Entra al 19’ e gioca per tutto il secondo tempo. Terra invece si rivede alla quarta giornata, nel posticipo con il Sorrento. Gioca titolare e da allora nessuno lo smuove in mezzo alla difesa. Nove presenze, fino a questo momento. Si rivede anche Miglietta. Lui gioca sia in campionato (6 presenze, l’ultima domenica scorsa a Perugia) che in Coppa Italia. “Non capisco, il perché di questo gesto - dice Mancini - Hanno sempre giocato. Nessuno li ha mai allontanati. Nessuno”.
Ultimamente si è visto poco Daniele Croce (300 mila euro di guadagno a stagione). Qualche apparizione con la Berretti e poi più nemmeno quella. Pare, per un problema legato al rinnovo del contratto. Lui però non ha intentato la causa per mobbing, quanto ha scritto una lettera alla società per chiedere di essere riammesso. “Cado veramente dalle nuvole- spiega ancora il presidente Mancini - tutti sono in rosa. Se giocano, oppure no, questo dipende dall’allenatore”. Il presidente smentisce anche il provvedimento, pare applicato subito dopo la notifica che permette ai giocatori di allenarsi durante la settimana, ma vieta loro di giocare la domenica. “Ma per favore - dice - Domani tutti possono essere in campo, se lo decide il mister, come sempre è avvenuto. Abbiamo 27 giocatori e affronterà la Pro Patria chi sarà più in forma”.
Le cause di mobbing di Terra e Miglietta, comunque, aspettano adesso la prima udienza al Collegio Arbitrale di Lega Pro a Firenze che potrebbe essere d’urgenza se i calciatori dimostreranno di non essere ancora utilizzati. L’avvocato dell’Associazione Italiana Calciatori, Calcagno, chiederà un risarcimento. “Ognuno ha i suoi sogni - chiosa Mancini - lasciamoli sognare".
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