Arezzo, pari e critiche


Immaginiamo i commenti. Semplicistici. Del tipo: qui non si vince nemmeno con quattro punte insieme in campo, visto?. C’è davvero poco di che compiacersi. Perchè così ragionando l’Arezzo continuerà ad andare fuori strada, in confusione, come nella seconda parte della partita di ieri pareggiata contro un’ottima Pro Patria. Il momento nel quale l’Arezzo non sapeva più chi era e dove volesse andare con tre giocatori simili in attacco che si sbattevano fra loro (Chianese, Fofana, Maniero e poi Essabr al posto del francese) con Erpen centrocampista sulla destra.
Un 4-3-3 un po’ naif che non ha prodotto risultati. L’Arezzo che non sa più vincere insomma, si è fatto un po’ prendere dall’ansia da prestazione nel momento nel quale invece, giocava meglio e aveva ficcato sotto l’avversario. La medicina insomma, è stata peggiore del male quando il correttivo giusto sarebbe stato agli occhi di tutti, cambiare la coppia di attaccanti (Fofana e Chianese, in particolare il primo) che come domenica scorsa a Perugia si salvano per impegno ma non certo per incisività, quello che dovrebbe essere il loro pane. Il 4-3-3, sia chiaro, a nostro avviso il modulo che è maggiormente nelle corde di questa squadra. Questione di caratteristiche dei singoli. Un atteggiamento che però non è stato sposato dall’allenatore che ha scelto un modulo coerente col suo credo dopo alcune prove da brivido con i cinque difensori. Parliamo del 4-3-1-2 che non fa spellare le mani, trova De Oliveira fuori posizione, sacrifica il delizioso Erpen in panchina, però una coerenza (giusta o sbagliata che sia, il calcio è materia opinabile) certo ce l’ha.
Per lo stesso motivo una logica esiste anche nel 4-3-3, quello fatto con due esterni del tridente (Erpen ed Essabr o Fofana o ancora Croce) e una punta centrale (Chianese o Maniero). Ecco perché lo schieramento inconcludente con tutte le punte in campo del secondo tempo di ieri, ci è sembrato più che un gesto di coraggio un momento di confusione tattica che ci auguriamo non succeda più. Pena perdere la strada per il primo posto, obiettivo alla portata dell’Arezzo, un gruppo di 27 giocatori con qualità eccelse e che ancora mantiene - nonostante le ultime due frenate - una posizione di classifica interessante a un mese dalla pausa di Natale e riapertura del mercato di gennaio.
Certo, Ceravolo con l’ok di Mancini dovrà capire dove operare. Così non si capisce davvero molto. Ad esempio, Erpen tre quartista (comunque ha fatto vedere cose notevoli anche ieri) è sprecato ed è ancor più affogato come esterno del centrocampo a tre. Lo vuole mezza serie B, è un caso che si può gestire? Mah. E ancora: Fofana è un giocatore che non solo fa movimento, manda al manicominio gli avversari, ma è in grado di fare valanghe di reti solo che quello di quest’anno è sostanzialmente “non pervenuto”: è il caso di insistere nel tenerlo dentro a scapito di gente fresca, che corre e sa anche metterla dentro (leggi Maniero)? Potremmo andare avanti, ma fermiamoci. Sognando un 4-3-3 vero archiviamo questa partita. Primo o poi pareggiarne una doveva succedere, meglio che sia capitata così, dice il saggio. E l’ultimo chiude la porta.
Federico Sciurpa

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