Arezzo, la dura legge del gol



Inutile girarci intorno, rifugiarsi negli alibi, ricorrere a scuole di pensiero calcistiche, bla bla bla. I numeri (anche quelli) sono impietosi e scoprono la magagna amaranto di questo avvio di stagione in chiaroscuro: la difficoltà di andare in gol. Del plotone di vertice - quello che si snoda dalla Cremonese che è al primo posto solitario in classifica grazie al miglior attacco del torneo (sedici centri)fino all’Arezzo - è appunto il cavallino la squadra che segna di meno. Appena cinque reti all’attivo in sei partite per Venitucci e compagni, quattro realizzate da Chianese e una da Figliomeni. Quattro gol su cinque sono stati messi a segno in casa, l’unico centro in trasferta (domenica a Cremona) è risultato poi inutile.
Gli amaranto sono il quarto peggior attacco del torneo: hanno fatto meglio solo di Como, Monza e Paganese (penultime e ultima in classifica). Eloquente. Curare la sterilità, questo il punto. I rimedi ci sono, ce ne sono tantissimi e nemmeno drastici, anche se il libretto di istruzioni nessuno ce l’ha. L’importante è non sbagliare diagnosi e crediamo che ormai divagazioni sul tema oltre che fuorvianti risultano stucchevoli. Resta il gol, più propriamente il gioco offensivo il buco nero di questa squadra, un malanno che si palesa in maniera preoccupante in trasferta. L’Arezzo sul piano potenziale c’è, ma che non riesce a esprimersi nei suoi equilibri trovati in corsa, una squadra che perde trame e concretezza in zona gol. Questione di uomini? Chianese ha dalla sua reti e prestazioni anche se non parte con la fama di “bomberone”, Essabr è interessante e qualcosa più di un talento incompiuto, Fofana a posto fisicamente è un lusso per il campionato e soprattutto Erpen (per ora inespresso) è da categoria superiore. E poi c’è Maniero, uomini importanti lì davanti. Ma lo stesso Croce, anche Miglietta sanno offendere. Quantità di qualità, insomma. Resta forse da rivedere il telaio anche per via di una partita illusoria (quella vinta col Sorrento) che ha condizionato poi tutte le scelte successive dell’allenatore. Tra due giorni comunque, altro giro altra corsa. E’ la dura legge del gol

Federico Sciurpa

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