Riportiamo a casa Arezzo Wave

Su Facebook ha già 3mila adesioni la pagina che propone di riportare a casa Arezzo Wave. Ne abbiamo parlato sul Corriere di Arezzo con questo pezzo che ne fa la storia. La primissima edizione di Arezzo Wave si svolge al Palasport “Le Caselle”, un po' in sordina e associata al meeting nazionale delle fanzine, da un'idea del fondatore Mauro Valenti. La prima edizione all'aperto di Arezzo Wave è datata 1987, dal titolo Provincia insonne, ospita 16 gruppi emergenti di tutta Italia (senza alcun contratto discografico) in 4 serate. I concerti si svolgono nella Fortezza Medicea di Arezzo. Negli anni seguenti il festival tiene fede alla sua vocazione “di lancio”, pur cominciando parallelamente a chiamare gruppi emergenti già famosi sulla scena europea. Nel 1991 arrivano i Mano Negra e i Leningrad Cowboys, e vengono scoperti gli Afterhours e gli Almamegretta. Pablo Echaurren inizia a disegnare i manifesti del festival, che cresce con la benedizione ed il finanziamento di vari istituti, tra cui il Ministro della Cultura francese Jack Lang. Negli anni successivi Arezzo Wave diventa il palco privilegiato per i nuovi gruppi italiani degli anni Novanta, come Mau Mau, Frankie Hinrg Mc, Ritmo tribale. Il palco si sposta due volte, il numero dei partecipanti cresce, finché il festival viene definitivamente ospitato dallo stadio comunale. Il pomeriggio nasce un altro palco (lo Psycho stage) vicino al centro della città. Accanto ad artisti del calibro di David Byrne, Tricky, Nick Cave, Sonic Youth, Moby, The Dandy Warhols, Ben Harper, Ska-p, Boo!, Cypress Hill, Guano Apes, Skin, Black Rebel Motorcycle Club il festival continua ad ospitare band emergenti italiane allo Psycho stage, e diversifica le serate tra musica etnica, techno, hard rock, italiana. Passano da Arezzo Wave tutti i principali artisti rock italiani: Max Gazzè, Jovanotti, Ccp, Csi, Pgr, Casino Royale, The Gang, Daniele Silvestri, Elio e le Storie Tese, 99 Posse, Modena City Ramblers, Tiromancino, Linea 77, Meganoidi, Shandon, Tre allegri ragazzi morti, Punkreas, Verdena, Caparezza, Gianna Nannini, Giuliano Palma and The Bluebeaters, Africa Unite, Extrema, Bandabardò, Negrita, Cristina Donà, Negramaro, Piero Pelù, Marlene Kuntz, Morgan, One Dimensional Man, Samuele Bersani, Carmen Consoli, Subsonica. - L’addio. Il matrimonio fra Arezzo e la sua rassegna musicale del rock finisce nei giorni successivi al 24 ottobre 2006. Il programma televisivo di Italia 1, Le Iene, porta il campeggio di Arezzo Wave alla ribalta nazionale. E non certo mettendolo in luce positiva: nel servizio si documenta lo spaccio di sostanze stupefacenti presente al suo interno durante il festival. L’ultima edizione aretina chiude così un ciclo straordinario, nel quale, in 20 anni di felice matrimonio, Arezzo Wave era diventata una delle rassegne culturali più importanti in Italia e aveva legato indissolubilmente il suo autorevole nome con quello della città. Nel 2007 Arezzo Wave cessa di esistere. La manifestazione diretta da Mauro Valenti cambia nome e si trasforma in Italia Wave. Si sposta a Campi Bisenzio, ma la prima edizione lontana da Arezzo non fa registrare l’atteso successo. Cosicché per l’edizione del 2008 si cambia ancora: addio Campi, ecco Livorno. Nella città labronica Mauro Valenti trova una giusta quadratura per il suo festival, che si tiene lì anche l’anno successivo. E’ stata l’ultima edizione di quello che era Arezzo Wave. Ma è innegabile che nella città di Guido Monaco, l’inventore della nota musicale, il festival del rock era tutta un’altra cosa. Adesso la mobilitazione di più di 3.000 utenti di Facebook che vogliono riportarlo a casa. Vedremo come andrà a finire la questione. Di certo c’è che la vita culturale di questa città, troppo spesso etichettata come piatta, è assolutamente viva: dall’associazione Neo-on al partito pro-Valenti, c’è di che discutere.

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