Arezzo, impianto da rivedere


Federico Sciurpa
Vince, non infiamma, lascia qualche dubbietto sulla sua identità in proiezione futura. Ma tutto è bene ciò che finisce bene e, in fondo, la missione dell’Arezzo è compiuta: il rilancio, i calci alle streghe e il complesso che gli stava montando addosso, quello di non saper segnare. Quindi vincere. Assieme ai tre punti indispensabili, la strana notte da ottobre inoltrato del Comunale, ha prodotto anche qualche interrogativo.
 Innanzitutto sulla chiarezza d’impianto, irrinunciabile per ottenere grandi traguardi. L’Arezzo insomma, è quello con Erpen dietro le due punte o la squadra senza il suo giocatore più talentuoso, tre difensori dietro che alla prova pratica ieri sera erano cinque, tanto poco (in particolare a sinistra) sono riusciti a spingersi oltre la tre quarti? La risposta è, forse tutti e due, oppure nessuno dei due.
Troppo alla ricerca della verticalizzazione l’Arezzo delle prime tre giornate con l’argentino a predicare nel deserto, troppo timoroso - difensivo in testa con De Oliveira fuori posizione - quello che ha cominciato la partita contro il Sorrento.
Una squadra che punta in alto - e l’Arezzo ne ha le potenzialità - deve ricorrere a più soluzioni tattiche e questa è certo una qualità, ma crediamo che ancora l’assetto migliore non si è provato, e forse va ricercato - come è nella natura delle cose - nelle prossime settimane.
Ci si attende insomma, un cavallino più spigliato, capace di fare male sugli esterni, che diventi sicuro in personalità anche nelle partite fuori casa. Ma di tempo ce n’è e le vittorie aiutano. La prossima intanto, è ancora in casa, una partita pesante, da vincere, palesando sicurezza e una chiarezza d’impianto sulla quale poi aggiustarsi in un campionato infinito e al mercato di gennaio che lontanissimo non è. La sensazione è che questo Arezzo rilanciato è fatto da uomini disponibili, professionisti seri. Pronti a tutto. Hai detto niente. Buon segno.

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