D'Alessandro, nuova vita e altra identità


 Tutti lo chiamano Rolando. Da una vita. La sua seconda vita. Adesso c'è scritto anche nella sua carta d'identità. Gli occhi azzurri, inconfondibili, sono però quelli di Felice. Felice D'Alessandro. Il ragazzo riconosciuto colpevole cioè, di un delitto lontano e controverso, con echi sempre vicini: l'uccisione di Donello Gorgai, a Camucia, le due del mattino dell'8 giugno 1974.
Un delitto per il quale lui, Felice D'Alessandro, oggi Rolando, si è sempre proclamato innocente. Evase dal carcere tre giorni dopo la sentenza che lo condannava a 14 anni. Diciotto mesi di carcere e un processo che ancora definisce “farsa”. Scappò il 15 dicembre 1975.
La fuga.Una fuga rocambolesca, tinta di giallo, dal carcere di Arezzo. Scapparono in tre, annodando le lenzuola, calandosi dalle finestre di San Benedetto. Da quel giorno di D'Alessandro non si seppe più nulla. Una vita da latitante, forse in Spagna, da dove ogni tanto ricompare nella sua Arezzo.
Felice, ora Rolando a tutti gli effetti, ha ottenuto dalla Corte di Assise di Arezzo che quel reato fosse dichiarato estinto e gli è stata riconosciuta in Prefettura l'identità che tutti conoscono: Rolando D'Alessandro.
Non più il suo nome di battesimo, quel Felice legato a una storia morta e sepolta che ha fatto a lungo discutere le cronache, anche nazionali.
Rolando ha ottenuto “l'azzeramento” dopo 28 anni, per una legge che cancella le pene che non sono state eseguite, calcolando il rapporto fra entità della condanna e gli anni che sono trascorsi dal momento che la pena è stata comminata.
 “Io innocente”. Una condanna che Rolando ha sempre dichiarato ingiusta proclamandosi estraneo, per un delitto che divise la comunità aretina fra innocentisti e colpevoliste.
Gorgai fu ucciso con 19 coltellate in piazza Sergardi a Camucia, sotto la sua abitazione e gli indizi caddero su D'Alessandro. Alle prime, visti gli anni, si pensò a un delitto di matrice politica anche se Felice, che allora non aveva ancora 20 anni, come Donello (la vittima, 23 anni) era di estrazione di sinistra.
Felice soprattutto era impegnatissimo, frequentava la Casa del Popolo, professava il suo ideale comunista.
Le accuse. Poi l'accusa venne indirizzata su un movente passionale: una donna contesa, la fidanzata di Felice. Fu condannato a 14 anni D'Alessandro. Era un ragazzo al primo anno di Scienze Politiche, il liceo frequentato ad Arezzo, il classico, tanti cuori spezzati.
La sentenza arriva dopo un dibattimento partecipatissimo, l'opinione pubblica spaccata. Ma anche la fuga fu da "prima pagina". D'Alessandro scappò insieme a Luciano Franci e Aurelio Fianchini. Quest'ultimo (anche lui di sinistra come Felice, ma la Politica qui non c'entra) dice di raccogliere le confidenze di Franci in carcere sulla strage dell'Italicus con un coinvolgimento di Mario Tuti. Decidono loro due più D'Alessandro, detenuto da un anno e mezzo, di organizzare l'evasione.
L’Italicus. Ricostruzioni giornalistiche dell’epoca indicano fra i motivi della fuga quello di portare fuori Franci (è la versione raccontata da Fianchini come superteste al processo dell'Italicus) a fare le rivelazioni a un giornale. D’Alessandro dice invece di aver raccolto l’invito di Fianchini, punto e basta. Franci nulla c’entra. L’obiettivo era solo scappare. Riescono a fuggire, con successo, ma gli appoggi esterni vennero a mancare. Secondo Fianchini infatti dovevano esserci due macchine ad aspettare i tre fuori dal carcere, auto che invece non si trovarono. Il trio si divide. Franci si costituisce, Fianchini racconta ad Epoca ciò che Franci dice di avergli confidato.
Eccolo. D'Alessandro sparisce. Eccolo, dopo una vita da latitante, col nome di Rolando. Fa il traduttore, è impegnato, vive in Spagna e si batte per gli altri. Ogni tanto torna a casa. Dopo tanto tempo, un lungo silenzio e pochi che lo ricordano dopo più di 30 anni da dimenticato. Una storia che sembra la sceneggiatura di un film
Federico Sciurpa

7 commenti:

  1. Ma e' lecito che un condannato per omicidio per di piu' evaso e che quindi non ha neppure scontato la pena che dovrebbe dare la "redenzione", sia ricevuto con tutti gli onori dal pres, del consiglio comunale,il minuscolo e' voluto,?

    RispondiElimina
  2. «… gli anarchici li han sempre bastonati e il libertario è sempre controllato …»
    e pure inchiappettato.

    RispondiElimina
  3. E' lecito che un cittadino libero, come D'Alessandro, venga ricevuto dal Presidente del consiglio comunale in rappresentanza di un gruppo di cittadini spagnoli per consegnare una petizione. E' doveroso, aggiungerei. I giudizi morali, appartengono a ben altra sfera, del tutto personale. Grazie per il post.

    RispondiElimina
  4. Esimio sig. Sciurpa, non per amore di polemica, ma il cittadino e' libero perche' evaso, evaso perche' condannato per omicidio,la "sala rosa" e' del consiglio comunale quindi dei cittadini, tra i quali vi sono i genitori di colui che fu ucciso, il pres. del consiglio e' una figura pubblica quindi i giudizi morali possono benissimo uscire dalla sfera personale, non crede?
    Grazie della Sua gentile risposta-

    RispondiElimina
  5. Nessuna polemica. Se polemica, mi scusi, è del tutto banale e pretestuosa. Comprendo comunque il suo punto di vista anche se non lo condivido. Un cittadino libero che rappresenta una causa nobile (è il mio parere personale sulla guerra in Spagna)va ricevuto. Mi sarei stupito, a questo punto non scandalizzato, del contrario. Grazie per avermi scritto. A sua disposizione.

    RispondiElimina
  6. Sig. Sciurpa la ringrazio di avermi risposto, la pianto qui perche' poremmo andare avanti all'infinito, il cittadino e' libero se sconta la pena, la causa e' nobile, visti i tempi,la cultura del tempo e lo scontro di due ideologie, per entrambe le parti, del resto l'alternativa a 40 anni di dittaura Franchista era 59 di dittatura comunista, che, visto cos'e' stato il comunismo non mi sembra migliore.

    P.S. non capisco il banale e pretestuoso

    RispondiElimina
  7. La Spagna aveva un governo democraticamente eletto. L'alternativa, per così dire (mamma mia) è stata quella franchista.

    P.S. Sui totalitarismi comunisti, in generale, sono d'accordo con lei. Continui a seguirmi e grazie per il post

    RispondiElimina