Ma anche Berneri (dimenticato) ha fatto il Classico

Federico Sciurpa

C’è un italiano, anarchico, morto per un ideale opposto a quello di Vittorino Ceccherelli, che è stato studente del liceo classico Petrarca, proprio come il legionario al quale è stata dedicata una targa. Si chiama Camillo Berneri. Da anni un gruppo di intellettuali aretini ne chiede a gran voce un ricordo.
Si invoca una lapide, una via, soprattutto un segno tangibile del suo valore e del suo coraggio. Nulla.

In questi giorni verranno pubblicati gli atti di un convegno che due anni fa, qui ad Arezzo, fu dedicato a lui, al libertario Berneri, mentre su facebook un gruppo raccoglie adesioni (tantissime) perché la città si dia una mossa nel dare dignità a un personaggio a torto dimenticato dalla classe dirigente.
Due studenti del Liceo Petrarca dunque: uno nell’oblio (Berneri) e un altro (Ceccherelli) celebrato dal regime fascista (medaglia d’oro) per aver combattuto dalla parte di Franco, una lapide in suo onore e tante polemiche che in questi giorni montano a Barcellona sul senso di quella targa (“Caduto in Spagna, medaglia d’oro”). Qualcosa non va, non torna. Berneri nel 1916 e ‘17 ha frequentato lo stesso liceo di Ceccherelli, ha combattuto il regime di Franco ed è morto a Barcellona non per mano dei fascisti, ma dai suoi stessi “compagni”, i sicari di Stalin, nelle giornate del maggio 1937.
Di tenere alta la memoria di Berneri, ora a maggior ragione, ce ne occupiamo da tempo e senza alcuna risposta da parte dei nostri amministratori.
Berneri, l’ammazzato dai comunisti stalinisti, dal fuoco amico, non era nato ad Arezzo (originario di Lodi), la famiglia vi si era trasferita però nel 1916: una abitazione con finestra su Corso Italia, in via De' Redi. Studi al classico, poi insegnante a Cortona. Militante libertario, Berneri è poi stato una figura centrale dell'antifascismo europeo.
Fu giovane socialista a Reggio Emilia, quindi anarchico.
 Uno di quegli anarchici che viveva fra fra Arezzo, Firenze e Cortona nel periodo fra la prima guerra mondiale e l'esilio. Un intellettuale e pubblicista di primo piano, allievo di Gaetano Salvemini, amico di Piero Gobetti e dei fratelli Rosselli. Fuoriuscito in Francia è stato tra i primi antifascisti ad accorrere in Spagna. Dalla parte giusta, ucciso dagli stessi “giusti”. Pubblicista e giornalista redattore di "Guerra di Classe", delegato politico del battaglione internazionale della Colonna Francisco Ascaso Cnt-Fai (più nota come "Colonna Rosselli"), Berneri è anche il simbolo di una mente curiosa e aperta. Un intellettuale libero ed eclettico, degno di una targa magari sull’atrio del liceo. Uno libero, vero, anche per questo dimenticato, pure con poca classe. Ad altro non vogliamo pensare.

1 commento:

  1. Marco Peracchio mi scrive attraverso facebook: Sono d'accordo Federico, dovrebbe essere ricordato, combatteva per la liberta'di un popolo, e i comunisti che della liberta' hanno sempre avuto un'idea distorta, lo uccisero. E' quello che è successo anche a tanti partigiani non comunisti da noi in Italia alla fine dell'ultima guerra, basta leggere qualcosa di Pansa

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