Chimet, ciao ampliamento


E' stato stoppato l'ampliamento della Chimet col no della commissione d'inchiesta pubblica. Per l'azienda è solo un parere non vincolante e gli esami escludono l'inquinamento. Il caso fa ancora discutere. Ecco il lpezzo del Corriere di questa mattina sulla vicenda.
Dopo soli tre mesi dall’inizio dei lavori di indagine, ci siamo. Arrivano i dati definitivi sul monitoraggio relativo all’impatto ambientale e lo stato di salute dei residenti di Civitella e delle zone limitrofe, in conseguenza della richiesta di Valutazione di impatto ambientale sull’ampliamento richiesto dalla Chimet. Soluzione di mediazione, ma dai contenuti molto netti, quella espressa nel parere presentato dal comitato di inchiesta pubblica, presieduto dal dottor Gabriele Chianucci. Un ok per quanto riguarda le attuali autorizzazioni, arrivate alle 12.500 tonnellate di materiali di scarto. Uno stop invece, alle richieste di ampliamento, inizialmente richiesto fino a 30 mila tonnellate, poi scese in ipotesi a 22.500 annue. Ma partiamo dalle valutazioni sul funzionamento dell’attuale impianto.
“Quanto rilevato nelle indagini di monitoraggio biologico - si legge nel parere espresso dalla comissione di studio - non è direttamente correlabile alle attuali emissioni dello stabilimento, ma suggerisce un ruolo svolto dalle esposizioni pregresse a tossici ambientali”. In altre parole le indagini, si continua: “Non evidenziano situazioni di contaminazione tali da richiedere la chiusura degli impianti, o anche riduzioni dei livelli produttivi e di trattamento attualmente autorizzati”. Così, mentre da un lato si raccomanda un costante monitoraggio della qualità dell’aria e si evidenzia la necessità di completare il prima possibile la bonifica del suolo e sottosuolo limitrofo, dall’altro si scongiurano le ipotizzate riduzioni occupazionali, almeno nel breve periodo, visto l’ottimo stato di salute dell’azienda di Badia al Pino. Azienda che si specifica, utilizza già le migliori tecnologie applicabili. Ma eccoci al cuore dell’inchiesta, ossia la valutazione sulle conseguenze dell’ampliamento richiesto. E qui il parere è nettissimo, là dove si invita l’azienda a ritirare la richiesta di Valutazione di impatto ambientale, necessaria al quasi raddoppio degli impianti, raccomandando poi agli enti pubblici incaricati di esprimere un netto no, in caso di rifiuto da parte dell’azienda di ritiro della richiesta. E adesso cosa succederà? E qui è sempre la stessa commissione a delineare gli scenari prossimi. Raccomandando che se la Chimet dovesse ripresentare domanda di ampliamento, si dovrà prima di tutto avere una definizione certa ”in merito all’eventuale rischio di esposizione da parte della popolazione residente”, richiedendo all’azienda di presentare questa volta “un progetto più organico e omogeneo”, che nel recepire le raccomandazioni espresse dalla commissione, includa una valutazione di impatto sanitario. Quindi, estendere il monitoraggio ad un campione più ampio dei 39 residenti di Civitella tutti uomini sani e non fumatori, le cui condizioni di salute sono state messe a confronto con altri 19 di Badia Prataglia. Residenti di Civitella in cui sono state rilevate tracce soprattutto nelle urine di antimonio, cadmio, nichel e argento superiori ai rilievi nel resto della popolazione su media nazionale. In altre parole, sebbene non ci siano dati certi sull’ incidenza degli inquinanti dallo stabilimento Chimet, vista la vicinanza dell’autostrada e altre aziende, dato per buono il principio di precauzione, si presuppone un livello preoccupante di saturazione complessiva di polveri nell’aria, che se incrementata potrebbe incidere sulla salute umana. Così mentre Provincia e Comune di Civitella, entrambi dentro la Conferenza dei Servizi che entro fine settembre chiuderà il procedimento amministrativo, assicurano che rispetteranno in pieno le raccomandazioni della Commissione, e l’assessore Cutini esprime soddifazione per il lavoro svolto, arriva la prima reazione politica dal consigliere del Prc, Alfio Nicotra: “le conclusioni dell’indagine, mi sembra rispondano concretamente alle esigenze della popolazione il cui diritto alla salute deve essere posto in cima ad ogni decisione”

David Mattesini

1 commento:

  1. ......il cui diritto alla salute deve essere posto in cima ad ogni decisione”......

    Per questo motivo ricollochiamo i lavoratori della Chimet perchè nesuno deve perdere il lavoro, e chiudiamo lo stabilimento!!!

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