Arezzo, due cose semplici Semplici

Montepulciano vale sempre una gita. In ogni momento dell’anno. La notte di Ferragosto capita di finirci arrampicati fra vigneti, turisti e la festa del Pd che suona sulla piazzetta, per vedere l’Arezzo che gioca in amichevole col Siena. Un bello stadio, ultras presenti solo quelli dell’Arezzo - e incavolati di brutto per la tessera del tifoso di gennaio - almeno quattrocento persone sugli spalti quasi tutte di fede amaranto e, soprattutto, una partita vera. Il calcio di agosto provoca certo più punture di zanzare a chi sta in tribuna che certezze su come sarà la squadra del domani, in ogni caso il campionato comincia domenica e qualche conclusione va senza dubbio portata a casa. La prima, di fondo, è che l’Arezzo è una squadra molto interessante e che potrebbe diventare “velleitaria”. Di contro però, viene da una rifondazione, una ricostruzione in toto su un necessario repulisti che ha salvato solo Togni e Chianese e quindi servirà un pochino di pazienza per meccanismi e affiatamento. La seconda considerazione è che gli amaranto giocano con un impianto molto chiaro, quasi “belli sfrontati” con un Erpen delizioso del quale è facile innamorarsi anche per come tiene la maglia. L’argentino fa il play avanzato dietro le due punte, Venitucci metronomo davanti alla difesa con due polmoni ai fianchi: uno che corre e rompe, l’altro capace anche di incunearsi con buona tecnica. Dietro invece, il futuro da centrali è ormai di Figliomeni e Poli, pochi anni ma parecchio pelo sullo stomaco. L’identità, insomma, c’è. Il limite, tanto per non farsi illusioni immediate, è che i due centrocampisti sono arrivati solo adesso, che il vice Terra (caso appena scoppiato) va trovato ancora, le punte tranne Chianese non sono pronte per i novanta minuti, la difesa è nuova di zecca, la squadra ha una età media davvero bassa. Semplici sembra comunque uno che ci sa andare. “Non lo so - diceva sabato sera - possiamo essere da primo o da ottavo posto, facciamoci le giuste aspettative, bisogna lavorare nella condizione e negli inserimenti di alcuni giocatori.”Tutti gli allenatori, per un motivo o per un altro, hanno paura che qualcuno cominci a segargli le gambe della panca appena si fa sul serio, comunque il discorso del “nostro” è onesto e visto come mette la squadra, per niente timoroso. Il resto delle questioni - capiamo piuttosto complicato - andrà a posto da solo. Senza bisogno che qualcuno alleni l’ambiente.
Federico Sciurpa

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